Sopravvivere ai tempi di coronavirus nella convivenza forzata
Sopravvivere ai tempi di coronavirus nella convivenza forzata Psicopillola di Cristina Sciacca psicologa

Ve ne siete accorti? Siamo tutti un po’ depressi, chi più, chi meno. Depressi e preoccupati.
Ogni giorno ce né una e dobbiamo abituarci a vivere proprio giorno per giorno in attesa dei bollettini e delle nuove disposizioni ministeriali.
Prima le scuole, poi, nel giro di un attimo, tutto è stato chiuso. Anche le nostre case. Chi se lo aspettava? Mai più di ora, “nessuno al mondo!” è la risposta più vera ed appropriata.
Siamo tutti sbigottiti, dapprima nervosi, ora un po’ depressi. D’altra parte, “cosa ti agiti a fare?” dicono le persone più sagge, quindi non ci rimane altro che la depressione, l’ipo attivazione, che , in realtà è funzionale nei momenti come questi.
Certo che le convivenze forzate, come anche gli allontanamenti forzati, sono acceleratori di processi e possono aumentare i conflitti familiari, di coppia, di lavoro.
Come ho già descritto in precedenti psicopillole, quando siamo stressati si rimpicciolisce la nostra tolleranza emotive e diventiamo più suscettibili agli stimoli dell’ambiente ed interiori.
Cosa ci può salvare in questo momento di isolamento forzato, di limitazione della nostra libertà, di quarantena?
Come sempre le cose da fare sono poche, semplici e chiare, anche se non facili da applicare.
Si ribadisce che l’atteggiamento mentale fa la differenza perché influenza il corpo ed i comportamenti.
Le cose che possiamo fare, TUTTI al fine di migliorare la nostra resilienza e combattere l’umore depresso sono:
ADATTARSI: l’uomo è come i topi, si adatta all’ambiente. Beh, anche come il virus.., in effetti. Ora è necessario che ci adattiamo alle nuove regole che ci vengono date dalle istituzioni ( mi raccomando, SOLO siti istituzionali: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Protezione Civile, Siti delle Regioni). E’ inutile sprecare energie per trasgredire le regole, i furbetti del coronavirus non trasgrediscono solo per loro stessi perché il loro comportamento può avere effetti sugli altri
Io credo che creare REGOLE casalinghe aiuti la convivenza, quindi in questo momento di convivenza forzata sono davvero utili. Per esempio: regole nella gestione degli spazi di casa: stabilire chi può ritirarsi e dove per avere un momento di isolamento. Avete presente cosa fanno i criceti quando sono in cattività e sono troppi nello spazio a loro disposizione? Diciamo che la loro disponibilità verso l’altro diminuisce sensibilmente e si rimpicciolisce la loro finestra di tolleranza aumentando l’aggressività. Questo accade anche a noi quando non abbiamo degli spazi in cui poterci isolare un po’, dal partner, dai figli, i figli dai genitori, i fratelli dai fratelli, e così via
regole nella gestione della cura della casa e nella distribuzione dei compiti Mantenere un equilibrio della distribuzione dei compiti è fondamentale per diminuire i conflitti familiari dati dalle asimmetrie di potere: chi fa cosa e trovare qualcosa da fare per tutti in casa potrà aiutare anche nel mondo nuovo che si aprirà dopo il coronavirus. Questa regola però apre un aspetto interessante che riguarda la capacità di delega e la tolleranza alle attività svolte dal delegato di turno. Siamo figli del “chi fa da sé fa per tre”, soprattutto in casa dove spesso c’è una persona (la donna, in genere) che ha lo scettro del comando e stabilisce le procedure per come si fa la lavastoviglie, come si fa il letto, come si pulisce la camera, ecc. Ecco, grande attenzione a questi comportamenti, perché in tempo di pace, possono anche avere una funzione, ma in tempo di coronavirus mettono ancora più a rischio la stabilità emotiva di tutti! Ricordiamoci ciò che abbiamo detto: quando siamo stressati siamo meno tolleranti su tutto (farò prossimamente una psicopillola sulla finestra di tolleranza) e nessuno ha l’esclusiva! Tutti i componenti della famiglia saranno più stressati e questo porta alle deflagrazioni dei conflitti
regole nella gestione del tempo : Un aspetto importantissimo nella gestione delle emergenze e in tutte le situazioni traumatiche (sì, perché anche questa del coronavirus a suo modo lo è anche se, per i più fortunati che non ne saranno coinvolti in prima persona) riguarda la gestione dei ritmi quotidiani della giornata. Dopo i primi giorni di assoluto e lecito bighellonamento casalingo, divano-letto, letto-divano, che ci sono serviti per riposare, occorre, AL PIU’ PRESTO, ristabilire i ritmi abituali. Regole per definire il tempo significa definire gli orari per
dormire,
per la cura della casa,
per la preparazione dei pasti,
per guardare le notizie in TV sul coronavirus,
per svolgere le attività scolastiche,
per svolgere le attività lavorative di formazione on line
tutto intervallato da momenti di svago e gioco.
Il rischio quando si è a casa forzatamente è, infatti, quello che il tempo di svago e gioco, guardare serie TV, stare sui social, giocare ai videogames, per citare alcune delle attività che tutti amiamo fare, se lì per lì ci riempie di soddisfazione, a lungo andare inciderà MOLTO negativamente sul nostro umore lasciando dentro di noi stessi una larvata sensazione di inutilità e di perdita di senso, o di disperazione se tutto il tempo seguo i notiziari in TV.
- Regole nei comportamenti: nei momenti di stress cerchiamo
sempre, in qualche modo, di attuare strategie atte a ridurlo, fa parte dell’adattamento
all’ambiente, ma che in questo caso si chiama adattamento MALADATTIVO. L’adattamento
maladattivo lo conosciamo tutti e ora farò qualche esempio così molti potranno
riconoscersi in questi comportamenti: quindi, sono stressato? allora
- Mangio di più
- Dormo di più
- Lavoro di più
- Abuso di sigarette
- Abuso di sostanze
- Abuso di farmaci
- Abuso di internet
- Abuso di sesso
- Abuso di xyz
Avete capito bene, si tratta di auto limitarsi per evitare di incorrere in dipendenze da sostanze o comportamentali che, infatti, sono attuate spesso a compensazione di stati emotivi che generano sofferenza. Ecco perché stabilire regole che riguardano la birretta, la lasagna, il fumo, il gioco d’azzardo (le tabaccherie sono aperte e on line si può giocare a go go), ecc. è necessario per proteggerci.
- ATTRIBUZIONE DI SENSO, ecco qui qual è l’arma che abbiamo tutti in dotazione essendo tra le attività chiave del nostro cervello corticale che attraverso il ragionamento ci aiuta a risollevarci dalle situazioni più difficili senza farci divorare dalla paura o dalla rabbia. Il processo di attribuzione di senso, che NON significa dare le colpe, ma trovare la motivazione che spinge a determinati comportamenti, ricercare le cause che determinano effetti. Ogni volta che ci ritroviamo a non poter uscire di casa, ad avere modalità di comportamento costrette da altri, alla limitazione delle nostre libertà (perchè, ora sì, che ci accorgiamo di quanto siamo liberi), ripensiamo al perché lo facciamo. Tutti noi lo sappiamo bene, ormai!
- Stiamo a casa per ridurre il contagio da CoviD-19
- Stiamo a casa per non ammalarci di CoviD-19
- Stiamo a casa per non fare ammalare i nostri cari di Covid-19
- Stiamo a casa per non fare ammalare persone che entrano in contatto con noi di CoviD-19
- Stiamo a casa perché così non mandiamo al collasso il nostro sistema sanitario data questa epidemia di Covid-19
- Stiamo a casa perché se così ci ammaliamo di Covid-19, magari ci riescono a curare
- Stiamo a casa, perché anche se questo coronavirus ce l’hanno portato gli alieni o i russi o gli americani o i pippistrelli, ora non dobbiamo diffondere il Covid-19
- Stiamo a casa, perché così finisce prima questa epidemia di Covid-19 e usciremo tutti di casa, cambiati, ma usciremo tra qualche settimana
- …tanto per dirne alcune
Utilizzando il nostro ragionamento possiamo contenere le nostre ansie che arrivano per tutti e che non gestiamo si autoalimento in un circolo vizioso.
- ALLENIAMO IL PENSIERO POSITIVO, di questo ho già parlato e lo ribadisco ( https://cristinasciaccapsicologa.it/psicopillola-pensieri-al-tempo-del-coronavirus/ https://cristinasciaccapsicologa.it/esercitare-il-pensiero-positivo-proviamoci-anche-con-la-situazione-coronavirus/ ). Il nostro cervello è fatto per proteggerci in situazioni di sopravvivenza, quindi tende a dare grande attenzione alle notizie negative. Non siamo nella giungla, questa è la nostra fortuna, quindi cerchiamo di aiutare il nostro (povero) cervello a dare maggior risalto a tutto ciò che c’è di positivo che ci fa bene all’umore e di conseguenza alla salute. Le iniziative che si stanno diffondendo dai balconi di tutta Italia, forse di più al sud, sono un esempio di questo, come l’uso della tecnologia che ci sta molto avvicinando.
- ESSERE UTILI AGLI ALTRI. Un modo per stare meglio noi stessi, sembrerà controintuitivo, ma è proprio sentirsi utile per qualcun altro. L’uomo è un animale sociale, ci hanno insegnato a scuola, ed infatti la solidarietà ci aiuta a dare un senso alla nostra stessa vita.
Al prossimo aggiornamento, ora mi vado a mettere il rossetto perché devo “uscire”: ho un appuntamento con un mio paziente su Skype, perché #iorestoacasa.
Psicopillola di Cristina Sciacca psicologa